La terapia psicologica: ostacoli e testimonianze

Chi soffre di disturbi mentali, dopo un lungo e faticoso processo di auto-introspezione, arriva infine a porsi la fatidica domanda: cosa posso fare per guarire? La risposta è semplice: bisogna chiedere aiuto ed entrare in terapia. Ma ciò che non è semplice è ottenere l’aiuto di cui si ha bisogno.

Quando mi presentai per la prima volta all’ASL locale per richiedere una visita psichiatrica per entrare in terapia mi fu sottoposto un test. In base alla gravità della situazione mi sarebbe stato assegnato o meno uno psicologo o psichiatra di riferimento. Le domande, di auto-valutazione, erano tutte simili e di questo genere:

«Come valuteresti la tua tristezza in un punteggio da 1 a 5, dove 1 sta per Assente e 5 per Sono triste ogni giorno?»

Un questionario di auto valutazione non sempre è veritiero, c’è chi mente perché si vergogna della sua situazione e cerca di attutire la verità dei suoi sintomi, ignaro che un solo punto può fare la differenza tra il ricevere cure appropriate e non.

«Per appena un punto hai accesso alle cure psichiatriche».

Così mi è stato detto dall’operatore del Centro salute mentale. E questa frase è scalfita nella mia memoria. Se avessi ottenuto un punto in meno, non so nemmeno se ora sarei qui a raccontarvi questa storia. Come può una valutazione così fredda e approssimativa, espressa in banali punteggi su un questionario, esprimere un’indicazione limpida e onesta sulla gravità di determinati disturbi mentali? Come può decidere del futuro di un paziente? Nell’eventualità che il paziente riesca a rientrare nei parametri per ricevere una terapia psichiatrica, si apre un’altra odissea. Quella delle interminabili attese del SSN. Dopo aver fatto domanda ad un centro di salute mentale nelle Marche, B. mi disse:

«Non importa che io sia depressa. Il primo appuntamento disponibile è tra quattro mesi, non so come fare. Non posso permettermi uno psicologo privato».

Quattro mesi. Pensai a come una persona depressa possa sentirsi di fronte ad un oceano di tempo di tale portata. Per una persona depressa anche solo l’idea di dover affrontare un singolo giorno può diventare un enorme macigno. Ho sperato che in quei quattro mesi B. riuscisse a sopportare la sua condizione senza lasciarsi del tutto andare e senza commettere gesti irrimediabili. I pazienti che soffrono di disturbi mentali sono lasciati alla mercé di un sistema sanitario che mostra sempre di più le sue crepe. Persino gli psichiatri stessi sono delusi e contrariati. La mia psichiatra, alla fine dell’ennesima giornata di lavoro, un giorno mi guardò negli occhi e si confidò:

«Sai, vorrei avere più tempo per parlare con voi. Posso dedicarvi solo mezz’ora ogni due settimane, e questo tempo non è sufficiente. Ma non ho altra scelta. Siete tantissimi, troppi, e io solo una».

Si arriva quindi all’ennesimo scoglio. La terapia la ricevi, ma è sporadica, insufficiente. E così, se ne hai la possibilità, valuti di iniziare delle sedute di psicologia da privati. Su consiglio di una conoscente, chiesi il prezzo di due ore di seduta presso uno psicologo della mia provincia. La risposta? 150 euro a seduta. 75 euro all’ora. Se calcoliamo che generalmente la terapia dovrebbe consistere in una seduta a settimana, sono 600 euro al mese. Metà stipendio di un lavoratore full time. Nel mio caso, il mio intero stipendio da stagionale. Dopo due sedute, decisi di rinunciare alla terapia. Ma è possibile che nel 2020 ci sia ancora così tanta difficoltà di accesso alle cure psichiatriche? Un’utente anonima su Reddit scrive:

«Me lo chiedo anche io, sono squattrinata ma sono combattutissima tra essere squattrinata-depressa-autolesionista e super-squattrinata-in-recupero. Però ci sta che costi tanto alla fine, è che purtroppo bisogna andarci SPESSO. it really do be like that sometimes».

In questo periodo, dove il Covid-19 e la quarantena hanno portato ad una crisi sociale, economica e umana, sono aumentati i pazienti con sintomi di ansia, depressione, paranoia.

«L’aumento è e sarà vertiginoso. Stimiamo come avremo un terzo in più delle persone che soffriranno di disturbi mentali derivati dalla pandemia. A chiederci aiuto sono, indistintamente, tutte le fasce d’età. Molti sono colpiti da depressione perché hanno perso tutto, oltre agli affetti anche il lavoro, e non sanno come ripartire».

Queste sono le parole di Massimo Di Giannantonio, psichiatra e presidente della Società italiana di psichiatria, in un’intervista per il Messaggero. Come verrà gestita questa crisi dal SSN? In quanti durante questa crisi economica potranno permettersi psicologi privati? In quanti si ritroveranno senza cure, lasciati soli e senza un supporto?

Nel bel mezzo di questa crisi la mia conoscente B. , dopo essersi informata sui prezzi della terapia psicologica nella sua zona, si è ritrovata con l’amaro in bocca. Ha iniziato a cercare psicologi online disposti ad aiutarla da remoto dal suo paese d’origine, dove il cambio con l’euro le darebbe la possibilità di finanziarsi le cure con i suoi pochi risparmi. La sua ricerca ancora oggi continua.

Ma non disperate. Se necessitate di aiuto e non avete la possibilità di accedere ai servizi del SSN o di privati, c’è un’ultima risorsa. Non vi fornirà un terapia specifica a lungo termine, ma comunque può fare la differenza. Si tratta dei numeri verdi di supporto psicologico. Recentemente il Ministero della salute ha attivato un numero verde per aiutare ed ascoltare coloro che più di altri sono stati colpiti dal Covid-19. Il numero è 800.833.833. Un’alternativa è il Telefono Amico, ossia un numero dove si entra in contatto con volontari pronti ad ascoltarvi e confortarvi, il tutto in modo anonimo. Potete contattare il Telefono Amico al numero 02 2327 2327.

Illustrazione di @ambivalentlyyours

 

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