vietato toccarsi vietato incrociarsi
vietato curiosare nel corpo dell’altro
hanno detto
tranne che per gli affetti stabili
io che di stabile non ho proprio nulla
io che vivo di interferenze
toccate e fuga
tempi morti
o prolungati all’infinito
maree emotive
avanti e indietro
io che vivo di attese e istanti
sfilacciati
annusando osservando sfregandomi
contro l’inaspettato l’inatteso
io
mi sono detta
e ora?
in quali dimensioni muovermi?
dove dirigere il desiderio?
ho pensato ho pensato a lungo
a quest’espressione – affetti stabili
a queste due parole
apparentemente semplici
neutre
e che invece non lo sono affatto
come si quantifica l’affetto?
quello che conta
che merita certe attenzioni
certi rischi persino
l’affetto validato funzionale
riconoscibile strutturato
parametri definiti
spazio e tempo
e gli affetti appena nati?
e quelli in potenza?
e le connessioni improvvise
e improvvisate?
le intimità che ti esplodono
tra le mani?
che non capisci
che succede – ti chiedi
ma sei felice, lo sei davvero
gli affetti senza radici né ruolo
gli affetti che hanno vestito
mille abiti
e calzato
cento scarpe
zingari nomadi ballerini
che farne?
sento una morsa
ansia soffusa
pulviscolare lucida
quali memorie scriverà
il mio corpo
di questi affetti instabili
due volte incerti
resisteranno
alla distanza
che li moltiplica?
***
Illustrazione: @shazawajjokh
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