Nel mese di luglio la sindaca (socialista) di Parigi, Anne Hidalgo, aveva annunciato che la città avrebbe assegnato una medaglia onoraria – la Grand Vermeil, la massima onorificenza della capitale – all’ex capitana delle navi Sea Watch 3 e Iuventa, Pia Klemp, per il suo impegno nel salvare vite umane nel Mediterraneo. Il 20 agosto scorso è arrivato tuttavia il rifiuto duro e appassionato di Klemp, la quale – lo ricordiamo – dopo aver condotto in salvo migliaia di migranti, oggi è indagata nel nostro Paese per favoreggiamento di immigrazione clandestina e rischia fino a 20 anni di carcere. La sua risposta è un vivido esempio di come dignità, consapevolezza e vocazione valgano ancora di più, per qualcuno, che un’ipocrita decorazione elargita dal potente di turno, non meno responsabile e sicuramente non più “amico” di altri solo per indossare una casacca di diverso colore.
Ecco la dichiarazione di Pia Klemp:
«Parigi, ti amo. Ti amo per tutte le persone libere e solidali che ti abitano. Che combattono per la loro libertà ogni giorno, spalla a spalla, distribuendo coperte, amicizia e solidarietà. Ti amo per coloro che stanno condividendo le loro case, l’amore e le lotte ogni giorno – indipendentemente dalla loro nazionalità, indipendentemente dal fatto che abbiano documenti o meno.
Signora Hidalgo, le mi vuole decorare per la mia azione di solidarietà nel Mediterraneo, perché i nostri equipaggi “lavorano ogni giorno per salvare migranti in difficoltà”. Nello stesso momento, la sua polizia ruba le coperte a persone che voi avete costretto a vivere per strada, mentre lei reprime i manifestanti e criminalizza le persone che difendono i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo. Mi vuole dare una medaglia per quelle stesse azioni che invece lei combatte dentro le mura della sua città. Sono sicura che non la sorprenderà il mio rifiuto della medaglia Grand Vermeil.
Parigi, non sono una filantropa. Non sono qui per “aiutare”. Sono vicina a te in solidarietà. Non abbiamo bisogno di medaglie. Non abbiamo bisogno di autorità che decidano chi sia un eroe e chi debba essere invece considerato “illegale”. In effetti, non sono in alcuna posizione per compiere una tale scelta, perché siamo tutti uguali.
Ciò di cui abbiamo bisogno sono libertà e diritti. E’ giunto il momento di denunciare ipocrite onorificenze e riempire il vuoto di giustizia sociale. E’ tempo che tutte le medaglie siano lanciate come punte di diamante della rivoluzione!
Documenti e case per tutti!
Libertà di movimento e residenza!».
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10156318057881611&set=a.10150309045236611&type=3&theater
L’appello di Pia Klemp è un forte richiamo alle nostre coscienze addormentate, anch’esse a loro modo alla ricerca del “capro espiatorio” di turno della politica, incapaci sempre più di opporre un dignitoso ed orgoglioso NO, trasversale e ugualmente fermo, alle ipocrisie di una classe politica europea che continua a giocare sulla pelle dei più deboli la sua partita, applaudendo “fuori” ciò che dentro le sue città punisce e reprime con tutta la violenza di cui dispone.
Pia ci ricorda che non è di eroi o eroine che abbiamo bisogno. Ma di volontà di lotta ed esempi concreti che ci spingano ad unirci in solidarietà sincera con chi soffre e si ribella. E ci ricorda anche che non esiste un potere “buono” e uno “cattivo”, ma che essi rappresentano le due facce della stessa medaglia, per rimanere in tema, impegnati entrambi come sono nel mantenimento di quel sistema che permette e anzi si nutre di sfruttamento e brutalità, repressione e violenza.
Non di medaglie abbiamo bisogno. Ma della redistribuzione di quel potere.
Grazie Pia per avercelo ricordato.