Una vita vissuta appieno è rischiosa.
Si fanno sbagli, se ne fanno tanti. Si prendono decisioni, anche sbagliate. Si gridano ad alta voce cose che mai si sarebbero dovute dire. Si vive sull’orlo di un precipizio, dal quale di tanto in tanto rotolano giù piccoli sassolini che ci ricordano quanto ogni momento sia estremamente imprevedibile. Una di quelle vite con le ruote della bici sempre a terra, con lo zaino sempre troppo pesante per le compagnie aeree, e con la testa sempre troppo piena di contraddizioni.
Vivere trattenuti sarebbe molto più facile. Pesare ogni decisione, scegliere la strada meno tortuosa e seguire, sempre e comunque, la ragione. Una vita controllata, gestibile, senza colpi di scena inaspettati, senza dolori allo stomaco, senza notti insonni e attese insensate. Una vita funzionante e funzionale, equilibrata sotto tutti i punti di vista e, apparentemente, perfetta. Una vita senza vita.
Di solito Capodanno è il momento dell’anno durante il quale ci guardiamo indietro, facciamo il bilancio, ci interroghiamo sulla nostra esistenza passata e su quella futura. Ci alteriamo per quelle scelte prive di senso, per quei chili di troppo che dovevano essere solo “cambiamenti ormonali”, per tutte le cose dette, ma soprattutto per quelle non dette. Pensiamo al futuro come un’opportunità, un’occasione per ricominciare, per tirare una linea e diventare persone migliori. Persone che mettono sempre gli altri al primo posto, che non feriscono e non sconcertano, che non devono dire scusa per promesse non mantenute e che non hanno bisogno di inventare giustificazioni.
E poi, anno dopo anno, siamo ancora qui. Con quei chili di troppo, una lista lunghissima di persone alle quali dire scusa e un sacco di promesse non mantenute. Idealmente, in una vita senza vita, sapremmo attenerci a quei tre propositi per l’anno nuovo, riusciremmo ad accorciare la lista delle cose da fare, e non ci imbarcheremmo in nessun tipo di rapporto incerto, impossibile, esplosivo. Quei rapporti illogici, irrazionali, potenzialmente complicati e con la fine bene in vista. Quei rapporti difficili da iniziare e ancora più complicati da terminare, quelli che non finiranno mai (perlomeno nella nostra testa) e quelli il quale ricordo guiderà, volente o nolente, ogni scelta che prenderemo in futuro.
Eppure ci buttiamo. Parliamo nel momento meno indicato, sputiamo tutto poco prima di essere interrotti, complichiamo amicizie, facciamo finire amori e ci esponiamo così tanto da non essere più riconoscibili nemmeno a noi stessi. Pensiamo e ripensiamo a cosa dire e come dirlo, scegliamo le parole in modo oculato, le ripetiamo nella nostra testa fino ad impararle e memoria, sapendo che comunque tutto ciò non servirà a niente. Perché alla fine, nella vita vissuta appieno, il cuore comanda.
Compagno imprevedibile e spesso inadeguato, il cuore decide per noi. Non pensa e non ragiona, si butta a picco senza valutare le conseguenze, si ritira quando dovrebbe parlare e tira fuori i pugni quando gli viene richiesto solo un abbraccio. Molle e sottomesso quando gli viene fatto un torto, ma acido, duro e testardo quando è tra amici. Compagno del quale, tuttavia, non possiamo fare a meno. Ci definisce in ogni nostro aspetto, ci rende noi, ci espone per come siamo e non per come vorremmo essere. È forse il compagno più leale che potremmo avere, che fa le scelte che non avremmo mai avuto il coraggio di fare e che ci porta a mollare tutto per seguire i nostri desideri.
Essendo viaggiatori seriali, sempre in movimento e mai pronti a fermarci, il cuore diventa uno di quei pesi che ci dobbiamo portare sempre dietro. Non possiamo lasciarlo solo in casa, nemmeno per un weekend, non possiamo dimenticarlo nei bagni dell’aeroporto, non possiamo regalarlo né darlo in prestito a nessuno. Perché lui è come il gemello che non abbiamo mai avuto, quel fratello che ci ascolta più di chiunque altro e che sa sempre trovare la strada di casa. E quindi, non ci resta che fargli spazio, anche a rischio di dover lasciare a casa quel cappello di paglia che volevamo portarci dietro.
Posto che non abbiamo alternative, se non viaggiare in coppia col cuore, ci aspetteremmo che almeno questo possa mostrare gratitudine, rispetto. Che possa starsene con le mani conserte insomma, senza prendere decisioni autonome e senza finire al centro dell’attenzione. Ed è proprio qui che questo compagno (in)fedele ci deluderà.
Poseremo gli occhi sulla persona sbagliata, scambieremo sorrisi con il nostro vicino di aereo, finiremo a parlare per ore con chi ha già il biglietto di ritorno programmato. Finiremo per aprirci, per vivere appieno tutti i momenti, anche quelli destinati a finire a breve. Ci innamoreremo di persone impossibili, ci dichiareremo a coloro che un compagno di vita l’hanno già scelto, romperemo rapporti stabili per poter sentire brividi nuovi e ci imbarcheremo in viaggi tormentati con amici, colleghi, compagni di vita. E ad ogni Capodanno ci diremo che abbiamo sbagliato, che non siamo più pronti a soffrire, che non ne vale la pena.
Pezzi di cuore sparsi per il mondo, lasciati nel taschino di tutti coloro per i quali ci siamo battuti e ai quali abbiamo fatto vedere la parte più vera di noi. Quelle persone per le quali ci è bastata una notte per cambiare tutto, quelle con le quali eravamo felici in pigiama, quelle che ci hanno salvato da una relazione tossica, e quelle per le quali sorridere non è mai stato uno sforzo. E ogni volta che andremo a trovare quei nostri pezzettini di cuore sarà come non essersene mai andati. Li vedremmo con gli stessi occhi di prima, proveremo tutte le sensazioni di una volta, non capendo come tutti quei pezzettini possano ardere ancora così tanto, anche se lontani dalla brace. Sì, ci sentiremo colpevoli per tutti gli altri pezzettini di cuore che abbiamo sparso in giro. Parlando con uno di loro ci sembrerà di tradire tutti gli altri, non riuscendo a capire come dentro di noi possiamo avere tante forme di affetto differenti, ognuna speciale a modo suo.
Per tutti i pianti e i sensi di colpa, le lunghe liste delle cose da fare a Capodanno, le settimane senza mangiare e le litigate inutili, per tutti questi pezzettini di cuore lasciati in giro, ne vale la pena.
[Immagine in evidenza: Mariateresa Quercia]
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