Vi siete mai chiesti perché i monti Urali si chiamano in questo modo? Non credo, comunque, più avanti avremmo la risposta a questa domanda. Ma andiamo per gradi.
I Baschiri
Nella costellazione etnica della Federazione Russa, i tratti somatici si mischiano molto spesso dando risultati affascinanti. Nell’occidente della Russia, i Baschiri uniscono elementi dei Mongoli con quelli dei popoli caucasici, presentandosi come un gruppo di pastori e agricoltori di origine turco-tartara che solo in parte ha assimilato la cultura russa.
La maggior parte abita le zone della Baschiria, chiamata anche Bashkortostan o più semplicemente Repubblica dei Baschiri. Il territorio comprende parte degli Urali e le pianure adiacenti: terreno fertile per i pascoli, gli allevamenti e i campi agricoli del popolo che vanta una grande tradizione pastorale. La capitale Ufa, che si estende per 143.600 km² e ha una popolazione di 4.000.000 di abitanti, è coperta da grandi foreste e rappresenta un importante centro di industrie alimentari, metallurgiche e del legno, oltre che essere centro di un notevole porto fluviale. I centri urbani sono in rapido sviluppo grazie allo sfruttamento di un territorio davvero ricco, che permette la crescita dei settori chimici ed energetici, oltre che siderurgici, metallurgici e meccanici.
Ma oltre ai centri abitati, l’estesa Baschiria comprende aree di steppa, foreste di taiga e rilievi montuosi come il monte Jamantau (1638 m). La varietà naturale comporta un vasto turismo ecologico, che fa affidamento su numerose riserve naturali come il Parco Nazionale Baškirija o la Riserva Naturale di Šulgan-Taš, dove si possono anche ammirare affreschi risalenti al paleolitico.
Bashkortostan
La prima menzione dei Baschiri appare nel VI secolo a.c. in un racconto di cronache cinesi, che li racchiudeva nella grande confederazione Tiele insieme agli Ungheresi e agli Uiguri. Nel X secolo a.c. lo scrittore arabo Ibn Fadlān, nei suoi resoconti di viaggio, li cita con il nome di Baškir e li descrive come pastori, allevatori e forti guerrieri rispettati. Con la caduta del Khanato di Kazan, nel 1552, cominciò il loro declino.
Nel 1557 le truppe russe occupano la zona baschira, e successivamente ad un massacro di cui non si conosce il numero esatto di vittime, li costrinsero a firmare un “patto di amicizia” che sanciva l’annessione dei territori. Divennero, in questo modo, popolo di frontiera soggetto delle invasioni di chi voleva entrare in territorio russo. Seguì un periodo di ribellioni.
La prima, nel 1676, fu sotto la guida di un personaggio semi-leggendario denominato Seit, ma la rivolta fu domata. Stesso risultato per la seconda ribellione, nel 1707, causata dai maltrattamenti degli ufficiali russi verso le comunità baschire, tra le quali si annoverano incendi di villaggi. I tentativi di separazione dalla Russia furono molteplici, ma la forza dell’armata federale riuscì sempre ad avere la meglio. Si deve arrivare al 6 Novembre del 1917 per assistere ad un accordo di semi-indipendenza. In questa data, il Bashkortostan fu infatti la prima Repubblica a dichiarare la propria indipendenza durante la Rivoluzione Russa.
Il Novecento vide anche un’importante novità per questo popolo: nel 1924, la lingua baschira viene dotata di una scrittura. Fino a quest’epoca gli scrittori di questa comunità scrivevano in tartaro, ma nel 1924 nasce ad Ufa il primo quotidiano in lingua baschira chiamato “Bašqordistan”, seguito dalla rivista pedagogica “Bilim”.
Oggi, la Repubblica di Baschiria ha diritto alla scelta di una lingua ufficiale, un inno nazionale e una costituzione propria, come ogni altra repubblica della Federazione Russa.
Religione e mitologia
La religione predominante è quella musulmana di sponda sunnita, che è nella regione già dal X secolo. Nel periodo pre-islamico, però, i Baschiri erano seguaci dell’Animismo, dello Sciamanesimo e del Tengrianesimo.
Per quanto riguarda la mitologia vantano la più grande e ricca epopea dei popoli di cultura linguistica turca. Molte opere letterarie sono state messe per iscritto solo recentemente, ma hanno secoli di tradizione orale e importanza storica alle spalle. La cultura baschira è propria di un ricco folclore di varie danze e costumi, e le narrazioni riguardano le lotte di eroi contro forze demoniache, con la particolarità di far sempre riferimento, per ogni evento descritto, ad un luogo geografico specifico. Il racconto più importante è il poema di Ural-Batyr, leggendario eroe che dà il nome all’intero epos nazionale baschiro.
Ural-Batyr
Ural mostra sin dalla sua infanzia tutte le caratteristiche di un eroe leggendario, come il coraggio incrollabile, l’onestà, la gentilezza, l’empatia e una grande forza fisica. Combatte tutta la vita contro i “Div”, demoni in corpi di serpenti e draghi, per difendere la razza umana, dimostrandosi anche caritatevole e clemente nel perdonare sempre il suo malvagio fratello Shulgen, passato dalla parte dei demoni.
La sua missione principale era quella di sconfiggere la Morte stessa, in modo che le persone vivessero per sempre e non morissero mai. Un giorno, però, incontrò un vecchio immortale, stanco di vivere, che gli disse:
“Ciò che chiamiamo Morte, ciò che siamo abituati a considerare un male, è il solo eterno ordine delle cose. C’è solo una cosa al mondo che non muore e rimane per sempre giovane… è il bene.”
Fu in questo momento che Ural-Batyr trovò la calma e la felicità. Dopo aver ordinato alla gente di vivere in giustizia e pace, decise di sacrificare se stesso bevendo un intero lago in cui si nascondevano Div e spiriti maligni. Fu sepolto su un’alta montagna che prese il suo nome, e presto tutta la terra intorno cominciò ad essere chiamati Urali.
Sabantuy
Per poter ammirare da vicino i colori e i sorrisi dei Baschiri, basta partecipare all’Habantuy.
Parliamo del Sabantuy, che è un festival estivo tartaro-uraliano che risale all’epoca della Bulgaria del Volga (VII-XIII secolo). Non ha una datazione precisa, perché si celebrava nei giorni precedenti alla semina e ora varia dal 15 Giugno al 1° Luglio, basta che sia una Domenica. Partì come una festa rurale dei contadini di quell’area, ma divenne in seguito una festa nazionale che ora si celebra in quasi tutte le città. La parola, Saban tuyı, significa in tartaro “vacanza” e in turco “festa dell’aratro”, ma ogni popolo ha un suo modo per denominarlo e Habantuy è la parola baschira. Derivando dall’epoca pre-islamica, le canzoni e le tradizioni dell’Sabantuy sono legate alle connotazioni religiose del tempo, e il governo russo approvò questa festa proprio per le sue origini dopo che all’inizio del Novecento venne riconosciuta come festa nazionale dei Tartari. Recentemente, la Federazione Russa ha annunciato il progetto di nominare il Sabantuy all’interno dei “Patrimoni orali e immateriali dell’umanità”.
L’elemento distintivo dell’evento sono le competizioni sportive come le corse dei cavalli, le scalare, la corsa con l’uovo nel cucchiaio, la pentolaccia, la ricerca di una moneta in una bevanda composta da latte (qatıq) e altri ancora. La principale attrazione della manifestazione, però, è la lotta tartara (Tatarça köräş), in cui i lottatori utilizzano asciugamani come mezzo per mettere al tappeto gli avversari. Il vincitore della competizione diventa il batır, cioè l’eroe del Sabantuy, e il premio varia da una pecora, nei villaggi, ad un’automobile nelle città.
A completare i festeggiamenti: pietanze tradizionali e musica folk.
Passo dopo passo, questo popolo prende coscienza della propria identità all’interno della Federazione Russa. Il turismo cresce e valorizza il patrimonio naturale accelerando il ritorno alle origini. La Baschiria ha il record in Russia di produzione di latte e il suo miele è il più rinomato. La potenza mineraria rende questa terra piena di luce dai profumi quasi biblici.
In questo contesto i Baschiri vivono nel fascino mittel-asiatico dei suoi paesaggi, nei sapori della loro fauna e negli amori di varie culture che si incontrano, mentre prosperano con alla mente le parole dell’Ural-Batyr:
in giustizia e pace, che intanto c’è solo una cosa al mondo che non muore, ed è il bene.
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Immagine in evidenza:
Tre ragazze baschire posano per una foto// credits: bashinform.ru