E’ uscito da pochi giorni il trailer di Irreversibile, cortometraggio diretto da Matteo De Liberato che affronta con empatia e senza retorica il tema attualissimo dell’omobitransfobia. La pellicola, prodotta dalla One Shot Production e scritta a quattro mani con Andrea Trono, sarà proiettata oggi 20 ottobre durante Alice nella Città, sezione parallela della Festa del Cinema di Roma, nello stesso giorno in cui si discute in Parlamento l’approvazione della Legge Zan. In questi tempi confusi, in cui il mondo sembra affacciarsi su di un baratro ancora più profondo e in cui l’odio continua ad avvelenare strade, quartieri e bacheche social, l’arte sembra venirci incontro ancora una volta, per riaffermare il suo potere di smuovere coscienze, plasmare immaginari e colpire al cuore delle possibilità.
Irreversibile racconta la storia di due ragazzi le cui vite, apparentemente distanti, sono invece intrecciate a doppio filo e destinate a collidere tra loro, in un modo o nell’altro. Carlo e Marco, due galassie diversissime, eppure accomunate a loro insaputa da un piccolo ponte affettivo: il fratellino del primo, ricoverato in ospedale per leucemia. Carlo è un ragazzo di periferia, lavora in centro per una ditta di pulizie, la sera stacca e torna al bar dagli amici di una vita, dove passa il suo tempo tra bevute e battute. Marco è uno studente di psicologia e nel tempo libero fa il clown e regala sorrisi ai bambini malati tra le corsie del reparto pediatria oncologica. Di sera Marco diventa “altro” ancora, in un gioco di travestimenti che sembra sempre rivolto a donare a chi ha davanti una scintilla, un’emozione, un momento di leggerezza.
L’incontro tra i due potrebbe allora colorarsi di tante sfumature diverse: gratitudine, ammirazione, amicizia, fiducia. Eppure, a prevalere è l’odio, è la rabbia atavica e insensata che d’improvviso si fa largo tra pupille e pugni serrati riversandosi furiosa sull’esterno, come se qualcuno avesse tolto di colpo il tappo da una bottiglia che stava aspettando solo la scusa per esplodere. Un tappo fatto di frustrazione, paura, incapacità di comunicare, sospetto. Marco è omosessuale e deve essere punito. Lo stesso Marco che dona tempo e amore a quel bimbo, unica persona con cui Carlo ha un legame affettivo ed emotivo profondo e autentico. Lo stesso Marco che, proprio per quel bimbo, rappresenta l’unico momento di gioia e normalità nel dramma della malattia.
Carlo è in fondo un ragazzo che conosciamo molto bene: incarna perfettamente la banalità del male, il machismo ostentato e vittima di sé, la mascolinità fragile che si chiude al mondo per timore di esserne contaminata e che coltiva rabbia e repressione nel silenzio di legami monchi e privi di verità, dominati dalle leggi non scritte del maschio alfa che mai piange, mai si affida, mai tentenna. Quella di Carlo non è la storia di un ragazzo politicizzato, di un fascista convinto o di un attivista per la famiglia tradizionale: è, banalmente, la storia di un uomo comune, come tanti, imbevuto di pregiudizi che escono fuori ogni giorno ai tavoli del bar, tra chiacchierate e gomitate amichevoli, di incapacità relazionale e rabbia sociale. Centinaia di anni di stereotipi e fallimenti condivisi come società hanno plasmato Carlo, conducendolo ad una scelta che sarà, appunto, irreversibile.
Irreversibile è un racconto di violenza, che riesce ad indagarne e mostrarne in appena 12 minuti la quintessenza, riportandola sul terreno quotidiano e diffuso di responsabilità condivise. Ed è proprio questa, in fondo, la tipologia di violenza più difficile da mettere in discussione, da combattere e sradicare: quella che ci interroga tutti e tutte, nei modi che abbiamo introiettato di stare al mondo, intessere relazioni, vivere il dolore. Mi chiedo cosa sarebbe successo, ad esempio, se Carlo si fosse invece fermato per guardare meglio il viso di Marco. Magari, osservando meglio e più a fondo tra le pieghe del suo volto, avrebbe scovato un piccolo indizio rivelatore e avrebbe allora riconosciuto quel ragazzo tanto amato dal fratellino. Ecco, voglio immaginare un altro finale, se il regista me lo concede. Li vedo al tavolo del bar, entrambi con una birra, che parlano. Carlo avrebbe trovato finalmente qualcuno che potesse capire lo strazio di assistere alla malattia di una persona cara. Marco avrebbe ascoltato, in silenzio ma con gli occhi attenti, come un bravo studente di psicologia. Sarebbero diventati amici e, magari, quella stanza di ospedale sarebbe stata illuminata da sorrisi ancora più larghi e pieni.
Mi rendo conto, allora, che la potenza di Irreversibile è proprio qui: portarci, attraverso l’immagine di ciò che sarebbe potuto essere, a sperare e lavorare per un diverso finale nella nostra realtà. Perché quest’opera ci parla di violenza, ma anche e soprattutto del valore imprescindibile e irrinunciabile dell’empatia come mattone per costruire relazioni e, dunque, una società libera dalla paura. In ogni sua forma.
Sinossi
Quando due galassie si scontrano non sai mai cosa potrà succedere, sai solo che, quando si toccheranno, si fonderanno, cambieranno forma e tutto ciò che sarà accaduto sarà irreversibile. Carlo, 28enne, è il figlio maggiore di una famiglia di operai e vive in periferia ed ha un fratellino malato di leucemia ricoverato all’ospedale di nome Giulio, l’unico essere vivente per il quale prova una vera empatia che va al di là del “do ut des”. Marco è uno studente fuorisede di psicologia sensibile, aperto al prossimo e immaturo il giusto che serve per campare senza troppi pensieri. Carlo lavora per una ditta di pulizie in centro, guadagna per sopravvivere, torna nella sua amata periferia, esce con gli amici, si ubriaca e ricomincia tutto da capo. Marco non ha un lavoro ma ha molti interessi e impiega il suo tempo a fare volontariato; fa il clown di corsia per i bambini malati presso un ospedale reparto pediatria oncologica. Seguiamo un sabato tipo dei due ragazzi, passando alternativamente dal punto di vista di Carlo a quello di Marco, per poi veder concludere le loro giornate in maniera violenta per via di un gesto irruento compiuto da uno dei due ragazzi. Quando due galassie diverse e lontane si scontrano il risultato è sempre imprevedibile. Due esistenze, quella di Carlo e Marco, cambieranno forma in maniera irreversibile.
Irreversibile è diretto da Matteo De Liberato, scritto con Andrea Trono. Una produzione One Shot Production con il sostegno di IFA Scuola di Cinema, Rome American Hospital, Teatro Fonte di Castalia. Cast: Andrea Fuorto (Marco), Alessandro de Filippis (Carlo), Pietro Bovi (Pietro), Carlo Tommaso Bassetti (Tommaso), Germano D’anzi (Germano), Anna Lagani (Anna), Valerio Toni (Giulio) e Gabriele Piazza (Gabriele).