Il cofondatore di Aware, Guglielmo, è intervenuto durante la manifestazione delle Sardine organizzata a Chieti sabato 22 febbraio. Qui riportiamo il testo dell’intervento che aveva preparato (poi in realtà è andato a braccio ma il senso delle parole è racchiuso in questo testo). La diversità è una risorsa e includere è uno strumento di crescita: con il nostro impegno possiamo rendere tutto questo normalità.
“Anni e anni di disillusione, di false attese, ci hanno abituato a pensare che le cose siano così e non possano cambiare, condannate a ripetersi nel tempo come una strada senza uscita. Questo disincanto ci ha suggerito che la politica, l’economia, la comunicazione pubblica non appartengano a noi semplici cittadini e cittadine, troppo lontane, troppo inaccessibili, ma siano privilegio di una ristretta cerchia di persone nelle cui mani si raggruma il potere di deciderne le sorti. Ci siamo assuefatti così tanto a questo pensiero al punto da arrivare a credere che sia più giusto, o semplicemente più facile, lasciare che la responsabilità di ogni decisione sia affidata ad una persona sola, all’uomo forte, ad una figura capace di canalizzare le esigenze di una intera società. La democrazia, la partecipazione, la pluralità sono diventati pensieri vecchi e logori, intralci in questo mondo alla ricerca di efficienza e semplicità.
Come società nella disperata rincorsa di ritmo e benessere abbiamo cominciato a trovare giustificato il pensiero di scartare tutte quelle categorie di persone che ci appesantiscono, come zavorre in una barca scricchiolante che non chiede ulteriori pesi: i migranti, le donne vittime di violenza, gli omosessuali, i diversamente abili, gli italiani e le italiane figli e figlie di stranieri. Questi e tanti altri gruppi di persone sono divenuti d’un tratto di troppo, figure marginali in un mosaico nel quale al centro ci sono paura e malcontento. La diversità, per chi non crede nella possibilità di cambiamento, è solo una minaccia alla propria pochezza, un soffio di vento che svela il vuoto dietro la tovaglia logora degli stereotipi.
Essere qui, oggi, in questa piazza significa ribaltare completamente questo sistema di pensiero. Significa credere con tutto il nostro cuore che dietro la foschia c’è un orizzonte di cambiamento e basterà camminare insieme per raggiungerlo e non perdersi nel buio. Con momenti così noi dimostriamo che la partecipazione e la pluralità di pensiero sono i valori più profondi e importanti del nostro essere società, le ossa stesse della nostra comunità. Non ci rassegniamo a lasciare in mano alle sconclusionate idee autoritarie il nostro presente e futuro, ma ricerchiamo nel dialogo e nell’incontro le chiavi per crescere insieme.
La diversità è un valore, non un peso. L’inclusione sociale è uno strumento di sviluppo, non un impedimento. Accogliere è un dovere, non una minaccia. Essere qui, oggi, dimostra che non ci siamo arresi allo sfascismo ma crediamo ancora ai valori democratici che la storia e la costituzione ci hanno lasciato in eredità.
Io ho studiato al liceo Vico a pochi passi da qui e prima alla scuola Via Bosio di Chieti Scalo. In queste aule, tra libri e persone, ho imparato a riconoscere l’importanza del confronto e dell’ascolto, della scelta consapevole e della partecipazione, di esserci senza lasciare che la pigrizia e la paura affievoliscano la volontà di esporci democraticamente. Come Sardine stiamo facendo un gigantesco esercizio di consapevolezza. Stiamo dando prova che ognuno ed ognuna di noi è parte del mondo sociale che abitiamo e ogni pezzo di questa società è fondamentale perché senza crollerebbe tutta.
Se sapremo essere forti e credere nelle nostre possibilità, se non perderemo speranza nel futuro e nel cambiamento, allora riusciremo a raggiungere il risultato di aprire i confini della nostra società ed essere politica vissuta. Se non riusciremo, abbandoneremo gli spazi pubblici ai fomentatori di odio che fanno della violenza lo strumento per comprare consenso, utilizzando slogan da mercato per dividerci e farci più deboli. Restiamo uniti e creiamo il cambiamento che aspiriamo.
Lo scrittore francese Anatole France una volta disse “Per compiere grandi passi, non dobbiamo solo agire, ma anche sognare, non solo pianificare, ma anche credere”. Lasciamo che allora i nostri prossimi passi siano guidati dal sogno di una società realmente inclusiva e rispettosa della diversità. Solo così potremo dirci farfalle in volo sui fili spinati. Solo così potremo essere la novità che manca. Sopra ogni cosa, è la nostra storia fatta di lotta e conquiste che ce lo chiede”.
[Per vedere le foto della manifestazione delle Sardine a Chieti clicca qui]