I disturbi mentali sono problematiche legate alla nostra salute psicologica. Generalmente possono essere definiti come delle interferenze nel nostro modo di pensare, nel modo in cui sentiamo e percepiamo la realtà e le nostre emozioni. Queste interferenze possono essere legate a situazioni momentanee nella nostra vita, a fattori sociali ma anche a traumi. Così come ci prendiamo cura dei nostri problemi fisici, allora, è necessario farlo anche con la nostra mente.
Molte persone hanno sofferto o soffrono di disturbi mentali, addirittura 1 su 4 secondo la WHO. Eppure hanno paura di parlarne. Ma perché? Ebbene, nella nostra società i disturbi mentali sono visti come problemi di “secondaria importanza”, non rilevanti quanto disturbi prettamente fisici. In più, alcune persone etichettano chi soffre di disturbi mentali come “pazzo” o “strano”. Non c’è nulla di più lontano dalla realtà. Questa reazione alle patologie mentali è principalmente dovuta al fatto che in molti non ne conoscono la vera natura, le caratteristiche e le problematiche. Questo rifiuto da parte della società è dovuto quindi alla paura di ciò che non si conosce. E quando si ha paura di qualcosa, lo si sminuisce, ridicolizza, nasconde.
È necessario che si lavori come individui e società per porre fine a questa diffidenza nei confronti dei disturbi di natura mentale: non poterne parlare liberamente a causa del giudizio imposto, infatti, è un primo grave scoglio che peggiora soltanto la situazione di chi ne soffre. La stigmatizzazione delle patologie mentali conduce chi ne è affetto ad un sentiero di solitudine, vergogna e paura di chiedere aiuto, rendendo nei fatti più difficile affrontare un percorso terapeutico e di consapevolezza. Diventa fondamentale, quindi, conoscere ciò di cui stiamo parlando.
I disturbi mentali più diffusi sono ansia, depressione, disturbi alimentari, ma anche della personalità o dipendenze da sostanze. Chi ne soffre generalmente non solo è spaventato dalla sua patologia, e quindi da se stesso, ma anche da come potrebbe essere rifiutato dalla società. Si tende quindi a nascondere la propria vulnerabilità. Nonostante la società ci inculchi fin da bambini e bambine l’idea di dover essere sempre forti e perfetti, non è nella natura umana esserlo: ognuno di noi è imperfetto e in questa imperfezione risiede la nostra unicità. Un disturbo mentale può essere passeggero e risolversi in breve tempo, ma può anche diventare parte di noi, ponendoci di fronte alla necessità di imparare a gestirlo e a convivere con esso. Ed è proprio per questo che è fondamentale amarsi a priori e accettarsi completamente, disturbi mentali compresi.
Il primo step per chi soffre di disturbi mentali è capire come questi interferiscano con la propria vita. Ci si può rendere conto che l’ansia ci impedisce di prendere l’autobus, o che l’idea di mangiare un hamburger ci terrorizza. Ci si può svegliare una mattina e rendersi conto che ormai da settimane non si prova più alcun tipo di gioia. È proprio quando ci rendiamo conto che la nostra vita subisce queste interferenze che dobbiamo reagire e chiedere aiuto. Senza vergogna. Perché chi ci è davvero vicino non ci giudicherà.
All’inizio è normale avere paura di aprirsi, che sia con un amico, un familiare o con un terapeuta. Spesso vi sembrerà di non essere capiti, vi sentirete frustrati dalle domande che vi verranno poste e dal fatto che l’esplicitare i vostri problemi sembrerà cambiare lo sguardo delle altre persone su di voi. Ma piano piano, insegnando a chi amiamo le nostre emozioni e le nostre insicurezze, inizierete anche a stare meglio. Chi vi sta attorno vi vedrà finalmente nella vostra fragilità. Ed è solo permettendoci di essere fragili di fronte ad un altro che raggiungiamo la vera libertà di essere noi stessi.
Io stessa ho affrontato 8 anni di terapia. Sono stata lasciata sola, ma anche amata. Ho dovuto farmi forza e chiedere aiuto. Ho imparato che ci vuole tempo per trovare la persona giusta con cui aprirsi completamente. E che ci vuole tempo anche per avere una diagnosi corretta. Ho lottato contro gli altri e contro me stessa cercando di governarmi, e allo stesso tempo di lasciar sfogare quella parte oscura di me che faticavo a reprimere. Finché la salvezza non è arrivata proprio da una persona esterna, che mi prese in cura e mi disse:
«Non c’è niente di sbagliato in te. La tua sensibilità e ciò che stai vivendo ti rendono unica. Non lasciare mai che qualcuno ti dica cosa sei o cosa non sei, cosa puoi fare e cosa non puoi fare. Non lasciare che nessuno ti porti via la tua verità».
E così ho capito di non essere sbagliata. Ho capito anche che certe malattie guariscono, altre invece lasciano un segno, altre ancora vivranno sempre con me. E non ho più paura di parlarne. E anche tu che stai leggendo, non avere paura. Non sei solo, non sei sola. Allunga la tua mano e cerca chi possa tenerla, senza mai lasciarti andare.
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