Libertà di movimento, libertà dei movimenti. Tutt* a Roma il 9 novembre per chiedere l’abrogazione dei due Decreti Sicurezza e della Legge Minniti-Orlando. Il 27 ottobre appuntamento nella Capitale per una giornata di confronto e discussione in vista della manifestazione.
Nel nostro Paese il tema immigrazione continua ad essere una specie di totem attorno al quale si giocano le sorti elettorali dei partiti che negli ultimi mesi si sono alternati al governo. Da un lato, rappresenta un campo fertile da inquinare con semi d’odio e violenza; dall’altro, un vessillo da mostrare come simbolo di coscienza sociale e civica. Un binomio apparentemente infuocato che però nella sostanza non smuove le acque. Infatti, nonostante la nascita del nuovo governo, nella pratica, non si è riscontrato sul tema alcuna inversione di rotta. Restano in piedi gli scempi normativi dei due Decreti Sicurezza approvati dal governo giallo-verde, adagiati sulla già inconcepibile legge Minniti-Orlandi del 2017, mentre il numero dei migranti irregolari continua a crescere verticalmente come conseguenza della loro mera attuazione.
Un piccolo promemoria. Le due leggi prevedono un duro restringimento della casistica per la quale è possibile richiedere il permesso di soggiorno nel nostro paese, riducendo quella che era chiamata “protezione sussidiaria” ad una manciata di situazioni estreme in cui il/la migrante può fare appello alla protezione nel nostro paese. Dall’altro lato, conferiscono al Ministro dell’Interno la facoltà di negare l’accesso ai porti italiani alle navi di salvataggio con a bordo migranti, prevedendo multe pantagrueliche e il sequestro dell’imbarcazione per le organizzazioni che trasgrediscono il divieto. Queste assurdità normative, peraltro in palese contrasto con alcuni dei principi fondamentali del diritto internazionale, hanno determinato la perdita del permesso di soggiorno per molti immigrati che usufruivano della protezione sussidiaria. Una conseguenza prevedibile che non ha fatto altro che accendere ancora di più l’instabilità sociale e rendere più complicata la realizzazione di un qualsivoglia progetto d’integrazione. Proprio qui è la paradossalità dell’attuale struttura normativa sul tema: una legislazione che si pone come foriera di stabilità e sicurezza, garantisce al più una situazione di crescente pericolo sociale, chiudendo le porte ad ogni spiraglio di pacifica convivenza.
Per questo, la rete di associazioni e comitati Energie in Movimento sta promuovendo per il giorno 9 novembre una mobilitazione di piazza volta a chiederne l’immediata abrogazione. La manifestazione avrà luogo a Roma e sarà anticipata da un periodo di confronto e dibattito all’interno delle realtà sociali locali dal 25 ottobre all’1 novembre, al fine di sensibilizzare e creare una discussione virtuosa sul tema. L’appuntamento, oltre che per il 9 novembre, è per il 27 ottobre per un momento di dibattito pensato per rendere l’evento di piazza quanto più partecipato e collettivo. Ed è anche in difesa degli spazi di dissenso che si scenderà in piazza, proprio in virtù del fatto che, come tante volte abbiamo ribadito, i due Decreti Sicurezza non vanno a colpire solo i diritti delle persone migranti, ma intaccano gravemente il diritto di manifestazione e contestazione.
Noi di Aware crediamo profondamente nell’ingiustizia dell’attuale normativa sul tema immigrazione, essendo convinti che la strada per una risoluzione costruttiva della problematica sia tutta nella promozione di una politica d’inclusione volta a valorizzare il potenziale sociale che la commistione di culture può portare al nostro paese. Per questo appoggiamo e promuoviamo l’iniziativa lanciata da Energie in movimento, invitando chiunque a partecipare e supportarne le ragioni alla base. È arrivato il momento di schierarsi con decisione dalla parte dei diritti umani chiedendo all’attuale governo un atto concreto che ne dimostri la paventata volontà.
Ci vediamo quindi a Roma nelle giornate del 27 ottobre e del 9 novembre per chiedere l’abrogazione dei Decreti Sicurezza e del pacchetto Minniti-Orlando. È un atto di giustizia e umanità che non possiamo posticipare. Essere migrante non è un reato ma una scelta troppo spesso obbligata. Criminalizzare questa scelta rappresenta il vero reato. Rendiamocene conto e creiamo un presente inclusivo dove i confini territoriali non rappresentano muri invalicabili ma delimitano zone di pacifica convivenza.
Qui in basso alleghiamo il comunicato della Rete Energie in Movimento.
Immagine in evidenza: Proteste contro il Decreto Sicurezza davanti al Senato. Credits: Lapresse
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