Le enormi difficoltà che stiamo ancora affrontando come società e paese, tanto da un punto di vista sanitario quanto sociale, rischiano di offuscare la vista su quanto accade quotidianamente nel mondo, al di fuori del cono di luce che la pandemia di Covid-19 sta creando quotidianamente sul nostro fazzoletto di occidente.
In Sudan, durante la prima settimana di settembre, un’alluvione straordinaria ha costretto più di mezzo milione di persone ad abbandonare le proprie case. Nel giro di pochi giorni il livello del fiume Nilo è salito di 18 metri, record assoluto nella storia moderna dell’area, e gli abitanti di una terra già vessata da decenni di instabilità politica e guerre intestine si sono visti costretti a cercare riparo nelle province interne con poco più che qualche bene di prima necessità al seguito.
I morti accertati al momento sono un centinaio e circa 100.000 le costruzioni distrutte dall’acqua. In una situazione già tragica, si teme anche per le conseguenze sanitarie legate all’enorme quantità d’acqua stagnante raccolta nell’area e al rischio di diffusione di malattie.
Dietro all’ennesima calamità naturale pressoché inesistente nella voce dei media occidentali, sembra evidente la rappresentazione di un equilibrio climatico perso da tempo.
Abbiamo contattato Reem Izze Idien, dentista sudanese e testimone in prima persone di questo tempo tragico, per farci raccontare cosa sta succedendo nel paese.
Reem, raccontaci qualcosa di te: da dove vieni, che legame hai con l’Italia e dove ti trovi adesso?
Mi chiamo Reem Izze ldien, sono una dentista e vengo dal Sudan. Ho vissuto in Italia durante gli anni dell’università per seguire un corso di odontoiatria. Ora sono di nuovo in Sudan.
Parliamo di quello che sta succedendo nel tuo paese. Le inondazioni del Nilo sono eventi normali in questo periodo dell’anno ma quest’anno sono state eccezionali. Cosa è successo?
Tutti media concordano sul fatto che si tratta di un’alluvione anormale del Nilo. Fino ad ora non sembrano esserci ragioni chiare per questo evento eccezionale.
Quali sono le zone più colpite?
Tutte le città che si affacciano sul Nilo sono state colpite, ma le zone che hanno registrato danni maggiori sono una città lungo il fiume Nilo Azzurro chiamata Singa e parte della capitale Khartoum.
Come state affrontando la tragedia? Quali misure sono state prese per aiutare le persone?
Le organizzazioni non governative e di beneficenza hanno fornito la maggior parte del supporto e dell’aiuto alle persone colpite. Anche tra le persone si è creata una forte cooperazione. Inoltre, diversi paesi (soprattutto Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi) forniscono un enorme supporto alla nostra comunità.
In Italia, come in Europa, se ne parla pochissimo. Perché secondo te?
Credo che la causa sia riconducibile ai media e al modo in cui influiscono sulla diffusione delle notizie nel mondo. Il fatto che sia nel continente africano sicuramente non aiuta la diffusione.
Qual era la situazione sociale ed economica del paese prima dell’alluvione e quale pensi che saranno le conseguenze quando tutto sarà finito?
L’economia era già molto precaria. Quest’anno abbiamo attraversato già molte difficoltà, tra cui conflitti politici e la pandemia di Covid-19. Il paese non era davvero preparato per un’altra crisi. La situazione molto probabilmente peggiorerà dopo questa inondazione poiché molte persone sono state sfollate e ci saranno conseguenze per questo. Inoltre l’acqua stagnante del Nilo nei luoghi alluvionali sarà fonte di numerose malattie che potrebbero colpire la popolazione.
Come persone, società civile e associazioni, cosa possiamo fare per aiutarvi dall’Italia?
In primo luogo, facendo sentire la nostra voce in tutto il mondo e facendo sapere a tutti di cosa soffre attualmente il Sudan. Chiediamo alle comunità e alle organizzazioni di beneficenza di aiutare gentilmente con un contributo in natura: cibo, farmaci, medicinali per coloro che sono stati colpiti dalle inondazioni.
Vuoi fare un appello a chi leggerà questa intervista?
Sì, vorrei che ci sostengano e ci aiutino a sopravvivere a questa crisi!
Grazie Reem, vi siamo vicin* nella tragedia e sosteniamo con forza le richieste di aiuto che arrivano dal tuo Paese.
Per conoscere di più della situazione attuale in Sudan e sostenere la popolazione vai su https://sudannextgen.com/project/nafeer-initiative/