– di MA.CO.
Di scrivere di polemiche, di slogan “io resto a casa” o “andrà tutto bene”, di psicosi da panico e di declino economico non ne ho voglia! Non ne ho voglia perché tutti siamo virtualmente e telematicamente schiacciati in questo enorme barcone blindato, quindi tutti sappiamo in che situazione soffocante siamo immersi, non c’è bisogno di infierire!
Per non dire che tutto ciò sta altamente occultando realtà altrettanto gravi, ma non voglio scrivere a riguardo!
C’è bisogno di freschezza, spensieratezza, leggerezza, resilienza… bisognerebbe guardare questo “tutto” viscoso e denso da una prospettiva qualche miglia più in alto rispetto a qui. Allargare un po’ l’obiettivo e soffermarsi sui contorni sfumati, ma presenti.
Eravamo tutti troppo concentrati sulla fretta di raggiungere le nostre mete ed una volta raggiunte vi era un altro obiettivo e via così. Non alcun respiro, alcuna tregua, alcun momento di godimento per ciò che si era appena raggiunto, per nessuno, bambini compresi. Tutti anestetizzati dall’esternazione e privi di introspezione.
Per fortuna qualcosa è successo, purtroppo in termini di emergenza globale ed ancora oggi c’è chi non percepisce in maniera concreta la situazione, ma non voglio scrivere di questo!
Qualcosa ci ha fatti rallentare, qualcosa ci ha messi in ginocchio, ci ha costretti a fermarci, ci ha costretti ad ascoltare, ad aspettare, a non avere più quell’irrespirabile fretta che si percepisce affannosa in gola, che lascia quasi senza fiato.
Adesso c’è silenzio. Certo, il vociare mette conforto, è simbolo di vivacità, di vita. Ma il silenzio che vi è ora non ha una connotazione negativa; è un silenzio che serve… serve perché è proprio quando c’è silenzio che si ascolta, si riflette, si medita, si crea. Un silenzio lento, non assordante, che ci accompagna in questi giorni lenti e ci insegna la resilienza.
Vi sono molti aspetti positivi che questo blocco generale sta portando a galla. Tutti impareremo da questa esperienza; imparare dall’attesa e nell’attesa… ciò che dovevamo fare durante questo periodo lo faremo, semplicemente fra un po’.
Rispolveriamo le nostre passioni e scopriamone di nuove, come nuovi talenti. Assaporiamo i profumi che escono dai nostri forni, leggiamo quei libri lasciati a metà. I cieli sono puliti dallo smog e dall’inquinamento; l’aria è respirabile e senza polvere. Gli affetti ora distanti si stringeranno ancora più intensamente al prossimo incontro.
Soffermiamoci su quei piccoli rituali, quelle semplici azioni erroneamente definite banali, che però ci fanno sentire così bene. Ricominciamo dai piccoli gesti, dalle piccole cose, dalle piccole scoperte su noi stessi.
Tutto è fermo nel proprio movimento in divenire. Il primo passo verso la resilienza è alzare gli occhi, guardare il cielo blu e limpido, respirare l’aria fresca e pulita di questi giorni e ascoltare i primi cinguettii di primavera.
Tutto rinascerà, riprenderà colore, calore, movimento e tutto risplenderà ancor più forte di prima.