Dici “Anticorpi” e il riflesso incondizionato è un immediato sapore pandemico nel palato.
Mescoli queste sillabe con uno spiccato spirito dissacrante e una vorace fame di decostruzione et voilà! abbiamo di fronte a noi uno degli esperimenti più riusciti della scena musicale indipendente post-coronavirus.
Con l’unico dettaglio che gli Anticorpi di cui parliamo sono nati mesi prima che il mondo divenisse un gigantesco megafono clinico.
Veggenti? Avanguardisti? Porta-scalogna? Il trio abruzzese formato da due umani ed una cantante virtuale (!) è un mix di tutto questo. Nati nel 2019 dalla volontà di raccontare i paradossi della realtà cibernetica che abitiamo, hanno sviluppato negli anni un manifesto artistico estremamente sociale e rivoluzionario racchiudendolo in un’anima profondamente eclettica e nonsense.
Gli Anticorpi suoneranno dal vivo durante il Festival delle Cose Belle – Ferragosto Resistente 2021, infuocando la serata centrale di sabato 14 agosto. Gli abbiamo incontrati durante un assolato pomeriggio estivo per farci raccontare cosa possiamo aspettarci tra i faggi di Passolanciano nel Parco Nazionale della Majella.
Ne è venuta fuori un’intervista surreale e sorprendente, come ogni istante della vita musicale del trio. Tutta da gustare custodendo negli occhi lo shock che sarà vederli da vivo.
“Vi faremo ballare. Vogliamo farvi sudare sia il corpo che il cervello, sia i muscoli che le idee. Ci divertiremo”. Questo è lo spirito.
Anticorpi sono la sintesi di tre elementi: Giovanni Di Iacovo (cantante umanoide), Arnaldo Guido (dj e strumentista elettronico) ed Electra (cantante virtuale). Ci potete spiegare quale è la ricetta che vi ha generato?
Ci siamo generati nel nostro laboratorio medico-musicale tra sperimentazioni sonore, robotica, Bpm ad altissimo volume, romanzi di Philip K. Dick e vino rosso (crediamo in un Abruzzo forte, gentile e cyberpunk).
Anticorpi è una factory visionaria e biomeccanica nata per sintetizzare farmaci musicali sia contro i mali del mondo che contro quelli che inquinano il nostro intimo diritto ad essere felici oggi. E in più vogliam farvi ballare.
Nonostante vi siate formati nel 2019, il nome Anticorpi sembra sposarsi perfettamente con l’attuale situazione pandemica. Pertanto, ci sembra ragionevole chiedervi cosa abbia ispirato la scelta del vostro nome. Se la vostra band invece si fosse formata nel 2021 pensate che avreste mantenuto lo stesso nome o optato per un’altra scelta meno “alla moda”?
Abbiamo scelto questo nome perché vogliamo produrre anticorpi contro la banalità e la stupidità che infettano il pensiero.
Se fossimo nati oggi, per andare incontro ai media italiani ci saremmo probabilmente chiamati Astrazeneca Pistols, io col nick Johnny Trombosi e Arnaldo con quello di Burioni Vicious.
Il vostro repertorio è principalmente composto da molti singoli e un ep. Quanti altri virus dobbiamo aspettare prima di poter ascoltare il vostro primo album?
Il nostro album uscirà a dicembre e lo stanno attualmente producendo in una bella casa discografica di Wuhan pienissima di pipistrelli. Sarebbe stato pronto anche prima ma ogni volta lo fanno scivolare e si rompe, boh.
Nell’ep Vota Estinzione trattate del rapporto tra uomo e ambiente, oltre che quello di amore e tecnologia. Potete darci qualche pillola? Credete nella sola Apocalisse o vedete qualche via di uscita?
Noi siamo assolutamente ottimisti. La natura può essere salvata e il mondo può davvero diventare un luogo di pace e d’amore. L’importante è estinguere l’essere umano. Quando questo pericoloso parassita egoista non potrà più sfruttare e devastare il pianeta, il mondo sarà finalmente salvo.
Con il singolo Mia Signora recentemente avete lanciato una denuncia contro l’omologazione dei canoni e la staticità delle identità. Negli anni moderni della cultura di massa e di TikTok, a vostro giudizio cosa può effettivamente salvarci dall’appiattimento della bellezza?
Noi crediamo che cultura sia l’unione di bellezza e intelligenza.
Noi crediamo nella bellezza ma vogliamo diversificarla, spalancarne i confini rispetto a quelli asfittici e tossici del mainstream e del marketing.
Noi crediamo nella bellezza delle diversità. Se ognuno di noi fosse sincero con sé stesso nel capire e accettare cosa in cuor suo ritiene davvero bello, eccitante, intrigante, fascinoso, attrattivo, ci sarebbe da meravigliarsi su quante cose in penombra siano invece oro scintillante negli occhi e nei desideri di tantissimi esseri umani.
Ad agosto farete parte della crew del Festival delle Cose Belle e avrete l’occasione di mischiare la vostra musica all’interno della natura di Passolanciano (CH). Cosa possiamo aspettarci dalla vostra performance: una cura o una nuova variante virale?
Basta coi virus è ora di festeggiare la ritrovata libertà! Vi faremo ballare. Vogliamo farvi sudare sia il corpo che il cervello, sia i muscoli che le idee. Ci divertiremo.
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Intervista a cura di Mellifrugo, introduzione di Guglielmo Rapino.
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